martedì 2 settembre 2008

Gita al lago di Lentini

Domenica 4 maggio, una domenica da ricordare per il popolo degli attacchi siciliani. Finalmente dopo i tanti preparativi che caratterizzano ogni trasferta di chi ama carrozze e cavalli, il momento è arrivato. Avevamo appena ripreso fiato, dopo l’ennesima fatica per avere attaccato sotto il sole pungente già di prima mattina, quando la piccola carovana di carrozze risaliva il breve pendio che porta sull’argine artificiale della diga. Una breve allungata di trotto per i cavalli carichi e impazienti quand’ecco una fresca brezza ci sfiora le guance: è il lago che ci appare in tutta la sua superficie e sembra volerci rinfrancare dopo tanta fatica.
Sull’argine sud sfilano davanti a noi boschetti di pini marittimi, a sinistra la campagna si rischiara in agrumeti, ingiallendo a tratti in distese di grano. Adesso i cavalli sono alla via, si sentono un gruppo coeso e procedono con tranquillità, finalmente il driver può allentare la sua attenzione sino ad ora concentrata sui particolari, anche minimi, dell’attacco: finalmente ciò che gli sta attorno gli si rivela.
Una distesa d’acqua sulla destra, sullo sfondo una riva irraggiungibile. Alternando con fasi di passo, l’allegra carovana esegue il giro del lago. Lungo tutto il tragitto il sole sposta costantemente la nostra ombra, mentre la luce si riflette sull’acqua creando paesaggi irripetibili; per fortuna c’è chi pensa agli scatti.

Tutto intorno sembra immobile, persino il volo di un grosso uccello in lontananza sembra ovattato da una grande sensazione di calma. Più avanti dall’acqua spuntano alcuni alberi rinsecchiti tra i cui rami notiamo dei piccoli fagotti bianchi: sono nidi con alcuni aironi che li abitano.
Girando ancora ci avviciniamo all’argine orientale dal quale si svolge un lembo di terra pianeggiante, a suo tempo sottratto alle acque del lago, adesso l’Etna è sulla nostra sinistra, mentre in fondo si scorge già la città di Lentini, antico borgo di pescatori, oggi importante centro agrumicolo siciliano.

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